Casella di testo: Ricardo Izecson dos Santos Leite, meglio conosciuto come Kaká: un ragazzo, un simbolo del calcio, un uomo che appartiene a Gesù Cristo come dice lui stesso: “I belong to Jesus”

Pochi anni fa, nessuno conosceva questo ragazzo: ora è uno dei calciatori più amati e più famosi al mondo. Ma nonostante il successo (che sappiamo come può dare alla testa) Kakà è rimasto umile, lavoratore e marito devoto e fedele. Sappiamo quante tentazioni ci sono in quel mondo, quindi bisogna avere molta fede e forza di volontà per non perdere il proprio equilibrio morale. 

Ricardo Kaká è sicuro di essere stato graziato da Dio quando, nell’ottobre del 2000, ebbe un incidente che avrebbe potuto paralizzarlo: batte infatti la testa sul fondo di una piscina e si rompe una vertebra del collo. Da allora, ogni volta che segna una rete, mentre la gente lo acclama e i compagni gli si buttano addosso, si ricorda di quel momento e alza gli occhi al cielo.
Sulla porta della sua stanza a San Paolo c’era scritto «Un bambino felice ha Gesù nel cuore». 
La sua segreteria telefonica dice: «Sono Kaká. Al momento non posso rispondere. Grazie. Dio ti benedica. Ciao».  

Questo è Ricardo: un ragazzo pieno di gioia e con un cuore devoto e pieno di gratitudine verso Colui che l’ha salvato. Ricordo sempre la sua maglietta “I belong to Jesus” e ricordo anche di come parlano di lui, non solo i suoi compagni, ma anche i suoi avversari e i suoi datori di lavoro. Di lui Berlusconi, Presidente del Milan (la sua vecchia squadra ndr) diceva sempre: «Uno al quale gli occhi sprizzano bollicine di intelligenza»

E' importante che gente come Kakà, con una visibilità mediatica altissima, testimonino l'amore di Dio. Non sempre è facile parlare con franchezza dell'amore di Dio, anzi molte volte ci sentiamo a disagio, quasi come se ci vergognassimo. Invece io apprendo da quest'uomo un messaggio molto importante: che noi non ci dobbiamo mai scandalizzare del Signore, mai. Se ci scandalizzassimo noi di Lui, Lui si scandalizzerebbe di noi a maggior ragione, considerando la nostra iniquità. 
Kakà non ha mai nascosto la sua grande fede ed anzi ha sempre mostrato sul campo a chi appartiene. 

Sempre corretto in campo, non è mai protagonista di gesti violenti come spesso, purtroppo, si vedono sui campi di calcio. Impegnato nel sociale, Kaka’ devolve parte del suo stipendio per aiutare chi è meno fortunato di lui... Ha persino mostrato coerenza da vero cristiano , aspettando il matrimonio per convivere. 
È uno dei pochi personaggi pubblici che si possano usare come esempio per i nostri figli i quali, purtroppo, sono bombardati da esempi negativi che li conducono lontani da Dio. 
E noi? Siamo un esempio? Possiamo dire che attraverso noi, si veda Dio? Riflettiamo su queste cose...
Queste testimonianze sono molto importanti perché danno la prova che la Parola di Dio non è vuota o falsa o inesistente. La Parola di Dio è parola di vita che trafigge l'anima. Se Dio non esistesse, non ci sarebbero né fede, né speranza né tantomeno miracoli. Invece Lui c'è ed infatti ci sono persone come Kakà che credono incondizionatamente a Dio. 

Non aspettiamo una disgrazia per rivolgerci a Lui, ma facciamolo subito. Chiediamo la luce, chiediamo che Gesù ci apra gli occhi e chiediamolo come se stessimo chiedendo un miracolo per la nostra stessa vita. Facciamo in modo che anche noi possiamo gridare al mondo intero: I BELONG TO JESUS




















Nella serata più bella per lui e per il Milan Kakà al fischio finale si raccoglie in preghiera e ringrazia Dio.
KAKA'