L’umanità di Gesù

 

 

Dio, il Creatore, il più grande di tutto e di tutti, l'Altissimo e l'Onnipotente, si è fatto bambino ed è venuto ad abitare in mezzo a noi.

Ha voluto sperimentare la condizione umana: Le sofferenze, le difficoltà, la stanchezza. Nei lutti, nelle disgrazie, l'uomo grida:

"Può Dio capire il mio dolore?". Sì, Dio comprende il dolore di tutti: Pensiamo alla perdita del Suo caro amico Lazzaro. Egli pianse, provò

il dolore che ogni uomo sente nel proprio cuore nell'assistere alla perdita di un caro. Anche Gesù nella condizione umana, aveva bisogno di cibo, di acqua,

di sonno. Nella Sua giovinezza, ipoteticamente Egli svolse dei lavoretti da falegname con il padre adottivo, San Giuseppe. Quando i genitori lo ritrovarono

nel tempio, la Sacra Scrittura ci dice che restò loro sottomesso. Dell'infanzia di Gesù sappiamo davvero pochissime cose ma tra queste,

sempre la Sacra Scrittura, ci dice che andava a Gerusalemme con i suoi per la Pasqua: Una famiglia semplice quella di Gesù, osservante della Parola

di Dio che partecipava alle usanze ebraiche. Da questo punto di vista, abbiamo un'immagine di Gesù davvero semplice. Nessuno avrebbe riconosciuto in

quell'umile bambino, figlio di un falegname, il Signore Dio di Israele. Perchè Dio si è fatto uomo? Si è fatto uomo, oltre che per redimere il genere umano

dalla

schiavitù del peccato, per comprendere i nostri bisogni, le nostre fatiche, i nostri dolori. Dio con la sua umanità, ha dimostrato di non essere un dio

incomprensibile, severo, punitore, ma ha dimostrato di essere prima di tutto padre, fratello, amico, generoso, infinitamente infiammato d'amore per noi e

pronto a perdonarci. Lui conosce le nostre necessità, soffre con noi e per noi quando qualcosa ci va storto. Basti pensare agli infiniti doni che

ci ha fatto e che continuerà a farci: Ci ha creato, ci ha donato la vita, ci ha resi suoi figli con il battesimo, si è fatto uomo per liberarci dalla morte,

vuol donarci la vita eterna. Come possiamo ancora mettere in dubbio la sua infinita bontà dopo aver riflettuto su queste cose? L'uomo è stato creato

a immagine e somiglianza di Dio. Ma allora dov'è la novità se Dio ha preso le sembianze di un uomo? Non si parla dell'umanità intesa come sembianze,

ma umanità come fragilità. Dio ha voluto sperimentare la posizione umana e guardare dal basso verso l'alto, mettersi in preghiera e sospirare verso il cielo, proprio come facciamo noi.

Il Figlio che è una sola cosa con il Padre, si è fatto uomo e ha sperimentato cosa vuol dire mettersi in preghiera davanti a Dio. Chi meglio di Lui

può comprenderci? Gesù ha sempre dimostrato di avere pietà degli uomini: Si è seduto a tavola con i peccatori e i pubblicani, ha avuto compassione

per gli uomini che lo seguivano e che erano rimasti senza cibo, si preoccupava che venissero meno per strada al ritorno, così compì il miracolo della

moltiplicazione dei pani e dei pesci per sfamare tutti quelli che lo ascoltavano. Alle nozze di cana ha trasformato l'acqua in vino, facendo sì che tutti

gli invitati non ne rimanessero senza. Ha resuscitato il suo amico Lazzaro, ha guarito la donna emorroissa, ha riportato in vita la figlia di Giairo,

ha guarito il paralitico calato dal tetto sul lettuccio, ha guarito i ciechi e quanti di quegli esempi che si possono ancora fare...

"Imparate da me che sono mite e umile di cuore". Questo invito di Gesù di essere come Lui, dobbiamo accoglierlo e metterlo in pratica: Impariamo da Lui.

Ma la compassione di Gesù, prima che un sentimento umano, è un sentimento divino: Dio è compassionevole e misericordioso. Tornando all'umanità di Gesù;

Anche Lui era stanco, come quando si addormentò sulla barca dopo che placò le forze del vento sul lago di Tiberiade. Anche Lui ha sofferto l'angoscia

nell'orto del Getsemani: Questi sono sentimenti umani. Può Dio avere angoscia, stancarsi? La risposta è no. Ed è per questo che ha voluto calarsi

nell'umanità, per caricarsi di queste sofferenze, per farsi vicino a noi, per poterci comprendere quando soffriamo. Lui ha vissuto questi sentimenti

prima di noi e chi meglio di Lui può capirci? Egli non solo è Dio ma ha anche sperimentato queste nostre debolezze. Chi meglio di Lui, dunque? Quando noi

soffriamo, Egli è vicino e ci dice: "Venite da me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi darò ristoro". Conosce le nostre sofferenze a tal punto

da porvi rimedio con la Sua presenza: E' andando ad incontrarLo nel Sacramento dell'Eucaristia che Egli ci dà quel nutrimento per superare i malesseri

quotidiani. "Il mio corpo è vero cibo e il mio sangue vera bevanda". Il Suo corpo è veramente il miglior cibo, il Suo sangue è veramente la migliore bevanda.

Se il nostro corpo ha bisogno di cibo commestibile per rafforzarsi, la nostra anima invece per nutrirsi ha bisogno di Cristo. Immaginate Gesù che è stato

simile a noi per quanto riguarda la fisicità, si è fatto uno di noi. Uno di noi e per noi. E chissà quali altri aspetti umani non riportati nel Vangelo,

Gesù ha vissuto: Quante volte avrà aiutato sua madre nelle faccende domestiche, quante volte avrà aiutato il babbo nei suoi lavori. Gli amici che aveva,

il rapporto con gli insegnanti, con i vicini.

Questa umanità di Gesù, permette di sentire Dio ancora più vicino alle nostre necessità. Il nostro è un Dio tenero, lento all'ira ma infinitamente

grande nell'amore. "Ha innalzato gli umili e ha rimandato a mani vuote i ricchi". Predilige i poveri, gli emarginati, gli ultimi, i bisognosi,

ma anche i bisognosi di spirito: I peccatori. I farisei lo accusavano di frequentare gentaglia, ma Lui continuava a frequentare i peccatori:

Con loro era il Signore misericordioso come lo è con ciasciuno di noi. Va alla ricerca di chi ha bisogno della Sua presenza e si siede a mensa con loro.

Pensate un pò: Dio si fa uomo e mangia e beve insieme agli uomini. Questo è di gran significato: Anticipa il banchetto eterno del Paradiso, dove Dio

chiama tutti gli uomini alle nozze eterne. Di seguito un passo del Vangelo secondo Luca, Capitolo V:

 

Pasto con i peccatori presso Levi

 

(29)«Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla di pubblicani e d'altra gente seduta con loro a tavola. (30)I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?». (31)Gesù rispose: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; (32)io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi».

 

Sempre restando nel Vangelo secondo Luca e sempre restando sul tema della cena.

 

Capitolo XIV:

 

Sugli invitati che non accettano

 

(15)Uno dei commensali, avendo udito ciò, gli disse: «Beato chi mangerà il pane nel regno di Dio!». (16)Gesù rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. (17)All'ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto. (18)Ma tutti, all'unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato. (19)Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato. (20)Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire. (21)Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. (22)Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c'è ancora posto. (23)Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. (24)Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena».

 

 

Nella parabola, il servo rappresenta Gesù e l'uomo rappresenta il Padre: Egli chiama gli storpi, i ciechi, gli zoppi, ovvero, i peccatori, i piccoli, gli ultimi, alla conversione e alla vita eterna.

 

"Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori". Dio ha assunto la natura umana per stare in mezzo a chi l'ha offeso e tradito:

Fatto uomo per gli uomini.

 

Certamente i giusti sono destinati alla vita eterna, invece i peccatori rischiano di non entrarvi ed è soprattutto per loro che Gesù, Dio fatto uomo,

è venuto a caricarsi di tutte le colpe e le debolezze umane. Possiamo solo ringraziare il Signore di tutti i beni che ci ha donato e per essere venuto

qui in Terra per farci conoscere più da vicino Dio, che nessuno ha mai visto. Come dice il prologo di Giovanni:

 

"Dio nessuno l'ha mai visto:

proprio il Figlio unigenito,

che è nel seno del Padre,

lui lo ha rivelato".

 

Pace e bene a tutti voi.