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       L’angolo di Mikhael

   Archivio febbraio 2010

       Pagina sottoposta alla protezione di

                  San Michele Arcangelo

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Per la riproduzione totale o parziale del materiale qui presente, si prega di contattare l’autore della pagina o lo Staff de Nella Vigna del Signore. Grazie per la cortese attenzione.

 

                                                                                                                                   Realizzazione grafica by

Mikhael

01/02/10

 

Primo febbraio

 

Carissimi lettori de Nella Vigna del Signore e in particolar modo del mio angolo. Anche in questo mese, i post del mese precedente sono stati inseriti nell’archivio. Se volete consultare tutti i post di gennaio, vi basterà semplicemente cliccare su “gennaio 2010” nella lista accanto sulla sinistra. Il primo mese dell’anno è stato difficile. Speravamo di iniziare l’anno nella tranquillità, ma così non è stato. Mi auguro che questo secondo mese dell’anno sia più tranquillo per l’umanità intera. Volevo anche informarvi che il numero dell’emergenza Haiti è scaduto ieri, infatti è stato tolto dalla mini sezione dell’angolo della Carità. Al suo posto ho preferito inserire il banner di Save the Children. Ora vi lascio, augurandovi di trascorrere un sereno mese in Cristo Signore.

 

Mikhael

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02/02/10

 

Il raccolto

 

La fretta non ha mai aiutato nessuno, in nessuna situazione. Siamo abituati a volere tutto e subito e spesso ci lasciamo sopraffare dallo sconforto perché i risultati sperati non arrivano in modo celere. Nell’agricoltura, il contadino ben sa che prima di ottenere il pregiato raccolto, occorre attendere mesi nei quali si deve lavorare con impegno e pazienza. Ogni tipo di seme necessita di tempo per germogliare, fiorire e dare frutto. Anche il seme dell’uomo prima di diventare uomo completo nel grembo della madre, ha bisogno di nove mesi per poter sviluppare gli organi e venire alla luce. Ogni cosa ha bisogno di tempo. Non è diversamente nella vita spirituale. Quando preghiamo ci aspettiamo dal Signore un intervento immediato e, se non l’otteniamo, ecco che ci lamentiamo con Lui. Invece al Signore piace dare le cose al tempo dovuto, come nell’agricoltura, così è nella vita spirituale. Anche la santità non si ottiene da un giorno all’altro. Si deve lavorare continuamente per tutta la durata della propria esistenza. A Dio piace così e Dio è giusto e se a Dio piace così, vuol dire che è giusto così. E’ da stolti andare di fretta e cercare altrove. Del saggio invece è la pazienza e la Fede nel Signore; Il saggio infatti otterrà ciò che ha chiesto per lungo tempo e la sua pazienza sarà grandemente ricompensata. Il Signore Dio che è Onnipotente, avrebbe potuto creare la Terra in un solo giorno. A Lui è piaciuto invece crearla in sei giorni e al settimo giorno riposare. La pazienza e l’attesa danno anche più sapore alla vita. Se otterremmo tutto e subito, penso che saremmo continuamente insoddisfatti e la vita ci sembrerebbe un fallimento. Invece vivere con la speranza di un futuro migliore, con pazienza e umiltà, la vita sicuramente acquista un candido e piacevole profumo. Infine volevo farvi un ultimo esempio: Dio avrebbe potuto annunziare la buona novella a tutto il mondo in un solo attimo. A Lui è piaciuto invece costruire lentamente il Suo regno in Terra, mandando operai di pace, santi e profeti per millenni. Riflettiamo dunque. Quando chiediamo una cosa al Signore, dobbiamo sapere aspettare. Non importa quanto tempo dovrà trascorrere. Ciò che è certo e che il Signore non mancherà di esaudire le nostre buone e giuste preghiere.

 

Gloria alla Santissima Trinità.

 

Mikhael

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08/02/10

 

Figli di Dio

 

Non sempre siamo capaci di cogliere con attenzione e considerazione le parole del sacerdote, durante la Messa. Quasi come se noi andando a Messa, facciamo il nostro dovere, usciamo da lì e poi torniamo alla vita di uomini, come sempre, dimenticando il più delle volte l’omelia del prete. Quello che la Santa Chiesa Cattolica ci dice, non sono chiacchiere, ma è verità. Gesù Cristo è realmente venuto in Terra per redimere il genere umano e salvarlo. E’ quello che ha fatto anche con noi nel giorno del nostro battesimo. Occorre estendere la mente ad una visione più ampia e cercare di scrutare al di là dell’orizzonte la verità della vita. Noi battezzati non siamo soltanto uomini, siamo anche figli di Dio. Un figlio è tale quando ha lo stesso sangue del padre e della madre. Ecco, noi siamo figli di Dio perché abbiamo ricevuto il Suo Santo Spirito. Come il corpo contiene il sangue e la mente la ragione, così l’anima contiene lo spirito. Essendo noi quindi riempiti dello stesso spirito, siamo dunque diventati veri figli di Dio. Questo però non vuol dire che siamo superiori agli altri. Guai a pensarla così. Siamo figli di Dio per volontà del Padre, ma siamo sempre e comunque piccoli uomini e creature. Un padre riesce a sollevare un peso maggiore del figlio; Ha quindi più forza. Ma anche se il figlio non ha lo stesso potere del padre, ciò non toglie che è sempre suo figlio. Ecco, anche noi non abbiamo nessun potere, ma ciò non toglie che siamo figli di Dio, lo siamo realmente e realmente siamo divenuti fratelli di Cristo. Questo legame spirituale ci rende un solo corpo. Gesù disse che come Lui e il Padre sono una cosa sola, così anche noi con Lui siamo una cosa sola. Questo vuol dire che abbiamo in comune lo stesso spirito, così come i fratelli hanno in comune lo stesso sangue. Il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo, sono tre persone ben distinte, ma sono unico Dio. Così anche noi battezzati siamo tante persone ben distinte, ciascuna diversa dall’altra, ma abbiamo lo stesso spirito e questo ci rende un solo corpo. Dunque corpi diversi, menti diverse, anime diverse, ma un solo spirito. La Chiesa è un grande corpo: Noi tutti siamo un po’ come le membra di questo grande organismo. Nel nostro corpo umano abbiamo milioni di globuli rossi, abbiamo organi, ma tutti insieme permettono il funzionamento di tutto il corpo. Ciascuno lavora per il bene comune. Così anche noi, lavorando tutti insieme, facciamo funzionare al meglio la Chiesa di Cristo che è Suo corpo. Lo Spirito Santo ha dato diversi compiti a ciascuno di noi: Al Papa ha dato il grande compito di guidare la Chiesa tutta, ai cardinali il compito di servire il Papa, ai vescovi il compito di guidare la diocesi, ai preti quello di guidare il popolo della città o del paese in cui è stato inviato e ai fedeli il compito di portare la parola di Dio in mezzo ad altri fratelli, quello di aiutare il prossimo, quello di evangelizzare e tanto altro ancora. Ognuno di noi è chiamato, nel suo piccolo, a dare il suo contributo in questo grande corpo che è la Chiesa Cattolica. Tornando alla nostra figliolanza, questa ci dona la confidenza filiale con il Padre. Tuttavia dobbiamo ricordarci che siamo sempre dei piccoli uomini al servizio di Dio e che mai dobbiamo mancarGli di rispetto. Oltretutto i veri figli rispettano i genitori e se noi vogliamo essere veri figli di Dio, dobbiamo rispettare, adorare, glorificare e servire il Padre nostro celeste.

 

Un caro saluto e che Dio vi benedica.

 

Mikhael

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10/02/10

 

L’amore dei nemici

 

Carissimi voi tutti, oggi lascio parlare Gesù in questo umile spazio. In particolare lascio parlare quel passo del Vangelo che ha lo stesso titolo di questo post. Ritengo sia uno degli insegnamenti più profondi e difficili da mettere in pratica. Proprio per questo motivo ho deciso di pubblicarlo, perché possiamo insieme riuscire a mettere in pratica uno degli insegnamenti più ardui da osservare, ma anche uno dei più belli che se messo in pratica può davvero cambiare il mondo. Un caro saluto e buona lettura e meditazione della parola di Gesù Cristo.

 

Dal Vangelo secondo Luca: Capitolo 6,27.

 

L’amore dei nemici

 

Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi.

 

Sia lodato Gesù Cristo.

 

Mikhael

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11/02/10

 

Nostra Signora di Lourdes

 

Oggi, carissimi fratelli e sorelle, la Chiesa Cattolica celebra la Beata Vergine Maria di Lourdes. Ricordo che in questo giorno del 1858, la Vergine Maria apparve per la prima volta a Bernadette Soubirous, una giovane ragazza quattordicenne analfabeta che si trovava presso la grotta di Massabielle, a Lourdes, un villaggio della Francia. L’analfabetismo di Bernadette fu determinante per il riconoscimento delle apparizioni: Quando la giovane contadina riferì di aver udito dalla signora vestita di bianco “io sono l’Immacolata Concezione”, non ebbero dubbi che si trattò di un fatto autentico. Cosa ne poteva sapere una giovane ragazza che non aveva nemmeno studiato il catechismo, che cosa fosse il dogma dell’Immacolata Concezione, proclamato da Papa Pio IX nel 1854. Da quei tempi, fino ad oggi, migliaia, milioni di pellegrini hanno pregato presso quella grotta benedetta. I miracoli riconosciuti dalla Chiesa sono ben 67, non contando le centinaia di migliaia di grazie di conversioni che si sono avute in quel luogo santo. Noi de Nella Vigna del Signore, abbiamo deciso quest’oggi di dedicare questo giorno alla Beata Vergine di Lourdes e ci facciamo suoi messaggeri e servi. Nell’ottava apparizioni la Vergine Maria disse di pregare Dio per i peccatori. Questo invito da parte della Mamma Celeste dobbiamo coglierlo anche oggi, perché diciamocela tutta,  i peccatori sono tanti nel mondo e, anzi, siamo tutti peccatori. Oggi insieme alla Beata Vergine Maria di Lourdes, ricorre anche la giornata dell’ammalato. Ricordiamo che gli ammalati a Lourdes giungono a migliaia, nella speranza di trovarvi non solo la guarigione fisica o mentale, ma anche quella spirituale. L’ammalato non va messo da parte, anzi, in esso scorgiamo la figura di Gesù e ad ogni modo un malato resta pur sempre un uomo, con la sua dignità e il suo valore. A questo punto non posso fare a meno di ritornare sul caso di Eluana Englaro che, ricordo, si è parlato due giorni fa sulle nostre pagine. Un uomo o una donna, anche se in stato vegetativo, è pur sempre un uomo. Non dobbiamo né fare e nemmeno pensare di poter abbandonare un malato, lieve o grave che sia, a sé stesso. Chi sostiene la morte forzata è prima di tutto un “senza Dio”, oltre che un assassino. E’ vergognoso solo pensare di applicare una legge a favore di questo omicidio mascherato da buonismo. Come si può pensare di staccare la spina per evitare le sofferenze della persona? Probabilmente una persona in stato vegetale non sa nemmeno che si trova in quelle condizioni e di conseguenza non soffre. A cosa dobbiamo pensare? Che forse rappresenta un peso per la famiglia? Eluana poteva essere uno strumento di redenzione scelto dall’alto, per riunire il popolo nella solidarietà. Invece questi uomini stolti hanno crocifisso ancora una volta Cristo nell’ammalato. Perché ogni ammalato rappresenta Gesù nella Sua passione e crocifissione. Si deve combattere, fino all’ultimo respiro. Solo Dio ha il potere di decidere quando chiamare a sé un’anima. Non spetta a noi decidere né il luogo e né l’ora. Un ammalato in una famiglia può rappresentare un’occasione di conversione, come è anche stato nella mia famiglia. E quel malato va amato, aiutato, curato, non abbandonato al suo destino, altrimenti ci comporteremmo come Ponzio Pilato e i suoi soldati: L’uno si è lavato le mani, gli altri hanno ucciso. Preghiamo perché non si facciano leggi contro la vita. Penso non sia un caso che la giornata del malato ricorre proprio nel giorno di Nostra Signore di Lourdes. Amiamo i malati, preghiamo per loro, aiutiamoli, consideriamoli. Aiutiamoli a sperare sempre, non a rassegnarsi al proprio destino, perché Dio potrebbe decidere di guarire quel malato. La speranza e la fede sono superiori alla rassegnazione. La rassegnazione è per i disperati, la speranza è per i credenti. E i credenti sono tanto cari al Signore, soprattutto quando sono ammalati.

 

Mikhael

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14/02/10

 

L’amore commercializzato

 

Di questi tempi il significato di amore fra le nuove generazioni è andato scemando. Come per il Natale e la Pasqua, anche il giorno di San Valentino è un’altra delle feste cattoliche utilizzata a fini lucrativi da parte delle grandi industrie. L’amore non è un cioccolatino, l’amore è il più grande dono che Dio ci ha fatto; Non va banalizzato, ma vissuto come il Signore Dio ci ha insegnato. L’amore può essere agape, eros, ma l’amore è sempre e comunque un sentimento sacro. L’amore agape è l’amore più puro che ci sia: Esso è l’amore fatto dono, l’amore totale verso il prossimo, lo stesso amore con cui Dio ci ama e ci ha creati, redenti e salvati. L’amore eros invece, è l’amore fra due essere umani di sesso opposto. Questo amore va vissuto nel sacramento del matrimonio, non come la maggior parte delle persone utilizza abusivamente. Purtroppo, ahimè, l’amore eros è utilizzato anche da due individui dello stesso sesso. Questi sacrilegi vengono compiuti ogni giorno dagli uomini infedeli. E’ triste come tutto quello che viene da Dio venga abusato dagli uomini per scopi tutt’altro che puliti. L’artefice di questi abomini è satana che si serve degli uomini deboli per calpestare la Santa Legge di Dio. L’amore è bello ed è bello che due fidanzati si amano, ma non è bello invece questo abuso che si fa della sessualità e dell’amore per soddisfare i propri piaceri carnali. Si è perso il significato di sacralità. Oggi dalla massa la verginità fino al matrimonio è considerata una cosa ormai superata, da bigotti, quando invece questa è la Legge di Dio che non passa mai e che sempre va rispettata. Se noi tutti avessimo ricevuto un’educazione spirituale fin dall’infanzia, andremmo tutti d’accordo su questo argomento, ma poiché non tutti hanno potuto assaporare la bellezza dello spirito, ci sono discordanze che spesso sfociano in vere e proprie diatribe. Molto probabilmente i giovani nemmeno sanno chi è San Valentino, ma conoscono molto bene chi è Federico Moccia. L’amore non si manifesta con un lucchetto su un ponte, ma l’amore è qualcosa che va dimostrato innanzitutto con la propria fedeltà. Molti innamorati si giurano amore eterno e poi finiscono per lasciarsi, vuoi per tradimento, vuoi per fine sentimento. I rapporti di coppia si costruiscono giorno dopo giorno fino ad arrivare alla scelta totale del matrimonio, che non si decide da un giorno all’altro come spesso fanno i VIP; Alcuni di questi “personaggi” si sono sposati mostrando in diretta televisiva la loro cerimonia nuziale. E’ amore sacro questo o è esibizionismo? L’amore va giurato davanti a Dio, in Chiesa, non davanti alle telecamere. La cosa grave è che queste persone dopo aver giurato amore eterno davanti al Signore, hanno scelto la via del divorzio. Questo succede quando un legame non è consolidato in Cristo. Il sacramento è importante, ma va vissuto sempre, non solo nel giorno delle nozze. E’ come il battesimo: Se un battezzato non vive questo sacramento, non riuscirà a fare la volontà di Dio. Invece se il cristiano vive il suo battesimo, sarà degno figlio di Dio. Così anche il sacramento del matrimonio va vissuto per poter costruire una famiglia solida che poggia sulla roccia che è Cristo Signore. Una anziana signora vedova mi disse un po’ di mesi fa che lei è stata per quasi cinquant’anni con suo marito, perché sono sempre stati uniti in Gesù Cristo. Oggi vediamo molti matrimoni che arrivano al fallimento, proprio perché manca la fedeltà alla parola di Dio e di conseguenza i sentimenti perdono vigore. La famiglia può reggersi solo se fondata sulla parola di Dio e sui sacramenti. Qualcuno potrebbe dire che ci sono molte coppie conviventi che si amano da anni senza il sacramento del matrimonio. Certo, questo succede, ma ciò non toglie che è un rapporto impuro poiché non è stato unto dalla grazia di Dio. Tornando al tema della commercializzazione, vedete come si utilizza il nome dell’amore per attirare un’ingenua clientela, ignara che il vero amore va al di là dei doni. I doni fanno piacere, si scambiano in conseguenza di un affetto, ma ricordiamoci che la fedeltà è più importante di un anello o di una scatola di cioccolatini. Tuttavia ci sono anche molte coppie che si amano con amore puro e si scambiano i doni non sono nel giorno di San Valentino. Il dono più grande che si fanno però è il dono di sé all’altro/a, con il loro sentimento e la loro lealtà. Auguro a tutti i fidanzati e agli sposi di cogliere il vero e totale significato dell’Amore e soprattutto auguro loro di viverlo in Cristo Gesù che è sorgente interminabile di vita eterna e di amore eterno.

 

Ringraziamo il Signore.

 

Mikhael

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17/02/10

 

La Quaresima

 

Carissimi fratelli e sorelle de Nella Vigna del Signore, oggi inizia la Quaresima e per noi cattolici è un periodo importante. Infatti in questi quaranta giorni abbiamo l’occasione per convertirci per davvero, per essere degni e veri figli di Dio e santificarci. E’ un cammino arduo, ma con Gesù anche la strada più scomoda diventa bella da percorrere. Magari oggi siamo spenti dentro, ma a termine del periodo pasquale potremmo davvero essere riempiti dalla luce di Cristo che è capace di risanare ogni ferita e a mostrare la verità. Purtroppo ai nostri tempi le astensioni e i digiuni non vengono presi con serietà. La gente pensa sia roba superata, invece ripeto, come ho anche già detto varie volte nei miei scorsi interventi, la Legge di Dio non passa mai ed è sempre in vigore. Ciò che la Chiesa Cattolica prescrive è giusto e santo e noi siamo chiamati ad osservare queste prescrizioni. Un atteggiamento umile e obbediente, affina le virtù quali l’umiltà e la carità e annienta i vizi quali l’ingordigia e l’avarizia. Quante volte la Madonna ci ha invitati alla preghiera e al digiuno nelle scorse apparizioni. Oggi ricorrono anche Le Ceneri e proprio in questo giorno siamo chiamati all’astinenza e al digiuno.

 

Di seguito delle informazioni sull’astinenza e il digiuno:

 

Tratto dal documento CEI sul digiuno ed astinenza:

 

Disposizioni normative

13. Concludiamo la presente Nota pastorale con le seguenti disposizioni normative, che trovano la loro ispirazione e forza nel canone 1249 del Codice di diritto canonico: «Per legge divina, tutti i fedeli sono tenuti a fare penitenza, ciascuno a proprio modo; ma perché tutti siano tra loro uniti da una comune osservanza della penitenza, vengono stabiliti dei giorni penitenziali in cui i fedeli attendano in modo speciale alla preghiera, facciano opere di pietà e di carità, sacrifichino se stessi compiendo più fedelmente i propri doveri e soprattutto osservando il digiuno e l’astinenza». Queste disposizioni normative sono la determinazione della disciplina penitenziale della Chiesa universale (26), che i canoni 1251 e 1253 del Codice di diritto canonico affidano alle Conferenze Episcopali.

1) La legge del digiuno «obbliga a fare un unico pasto durante la giornata, ma non proibisce di prendere un po' di cibo al mattino e alla sera, attenendosi, per la quantità e la qualità, alle consuetudini locali approvate» (27).

2) La legge dell’astinenza proibisce l’uso delle carni, come pure dei cibi e delle bevande che, ad un prudente giudizio, sono da considerarsi come particolarmente ricercati e costosi.

3) Il digiuno e l’astinenza, nel senso sopra precisato, devono essere osservati il Mercoledì delle Ceneri (o il primo venerdì di Quaresima per il rito ambrosiano) e il Venerdì della Passione e Morte del Signore Nostro Gesù Cristo; sono consigliati il Sabato Santo sino alla Veglia pasquale (28).

4) L’astinenza deve essere osservata in tutti e singoli i venerdì di Quaresima, a meno che coincidano con un giorno annoverato tra le solennità (come il 19 o il 25 marzo).

In tutti gli altri venerdì dell’anno, a meno che coincidano con un giorno annoverato tra le solennità, si deve osservare l’astinenza nel senso detto oppure si deve compiere qualche altra opera di penitenza, di preghiera, di carità.

5) Alla legge del digiuno sono tenuti tutti i maggiorenni fino al 60 anno iniziato; alla legge dell’astinenza coloro che hanno compiuto il 14 anno di età.

6) Dall’osservanza dell’obbligo della legge del digiuno e dell’astinenza può scusare una ragione giusta, come ad esempio la salute. Inoltre, «il parroco, per una giusta causa e conforme alle disposizioni del Vescovo diocesano, può concedere la dispensa dall’obbligo di osservare il giorno (…) di penitenza, oppure commutarlo in altre opere pie; lo stesso può anche il Superiore di un istituto religioso o di una società di vita apostolica, se sono clericali di diritto pontificio, relativamente ai propri sudditi e agli altri che vivono giorno e notte nella loro casa» (29).

 

E anche:

 

La legge del digiuno obbliga a fare un solo pasto durante la giornata, ma non proibisce di fare una seconda refezione leggera. L'acqua e le medicine sia solide sia liquide si possono assumere liberamente.

La legge dell'astinenza dalle carni non proibisce di consumare pesce, uova e latticini, ma proibisce di consumare, oltre alla carne, cibi e bevande che ad un prudente giudizio sono da considerarsi come particolarmente ricercati o costosi.

 

Vedete, se siamo in salute e abbiamo cibo, non possiamo inventarci scuse per evitare l’astinenza e il digiuno. I poveri e i malati hanno buone ragioni per non astenersi e non digiunare, ma noi se stiamo bene, siamo chiamati ancor più all’astinenza e al digiuno. Tuttavia ci sono anche altre cose da cui astenersi e da cui digiunare, ad esempio: Astenersi dalla troppa televisione, astenersi dal troppo computer, digiunare dai videogiochi, digiunare dalle canzoni, ecc. Nel periodo quaresimale un piccolo sacrificio possiamo farlo. Concludo invitando voi tutti a vivere santamente la Quaresima. Sarete soddisfatti voi e soprattutto renderete felice Gesù.

 

Un caro e fraterno saluto a voi tutti e buona e santa Quaresima in Cristo Signore.

 

Mikhael

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22/02/10

 

La Cattedra di Pietro

 

Carissimi amici della Vigna, quest'oggi vorrei spendere qualche parola riguardo alla Cattedra di San Pietro di cui oggi si celebra la memoria. Come avrete notato, nel logo della Vigna figurano nostro Signore, San Pietro e San Paolo. Abbiamo ritenuto doveroso dedicare la giornata di oggi proprio al primo papa della storia della Chiesa di Cristo che abbiamo scelto come protettore della Vigna. Con "cattedra" ci si riferisce alla missione di guida e pastore della Chiesa affidatagli da Cristo. Ai nostri giorni c'è ancora chi contesta il Papa, ma il nostro pontefice ha ereditato da Pietro la missione che Gesù gli ha affidato. A differenza di Pietro, il nostro attuale Papa non ha avuto il privilegio di vedere fisicamente il Signore, ma

ciò non toglie che il Signore è accanto a lui e l'ha scelto come pastore. Per cui chi infanga il Papa, infanga anche Gesù che l'ha inviato nel mondo. Sul sito Santi e Beati si legge:

 

Il 22 febbraio per il calendario della Chiesa cattolica rappresenta il giorno della festa della Cattedra di San Pietro. Si tratta della ricorrenza in cui viene messa in modo particolare al centro la memoria della peculiare missione affidata da Gesù a Pietro. In realtà la storia ci ha tramandato l'esistenza di due cattedre dell'Apostolo: prima del suo viaggio e del suo martirio a Roma, la sede del magistero di Pietro fu infatti identificata in Antiochia. E la liturgia celebrava questi due momenti con due date diverse: il 18 gennaio (Roma) e il 22 febbraio (Antiochia). La riforma del calendario le ha unificate nell'unica festa di oggi. Essa - viene spiegato nel Messale Romano - "con il simbolo della cattedra pone in rilievo la missione di maestro e di pastore conferita da Cristo a Pietro, da lui costituito, nella sua persona e in quella dei successori, principio e fondamento visibile dell'unità della Chiesa". (Avvenire)

 

Martirologio Romano: Festa della Cattedra di san Pietro Apostolo, al quale disse il Signore: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa». Nel giorno in cui i Romani erano soliti fare memoria dei loro defunti, si venera la sede della nascita al cielo di quell’Apostolo, che trae gloria dalla sua vittoria sul colle Vaticano ed è chiamata a presiedere alla comunione universale della carità.

 

Per ricordare due importanti tappe della missione compiuta dal principe degli apostoli, S. Pietro, e lo stabilirsi del cristianesimo prima in Antiochia, poi a Roma, il Martirologio Romano celebra il 22 febbraio la festa della cattedra di S. Pietro ad Antiochia e il 18 gennaio quella della sua cattedra a Roma. La recente riforma del calendario ha unificato le due commemorazioni al 22 febbraio, data che trova riscontro in un'antica tradizione, riferita dalla Depositio mar rum. In effetti, in questo giorno si celebrava la cattedra romana, anticipata poi nella Gallia al 18 gennaio, per evitare che la festa cadesse nel tempo di Quaresima.

In tal modo si ebbe un doppione e si finì per introdurre al 22 febbraio la festa della cattedra di S. Pietro ad Antiochia, fissando al 18 gennaio quella romana. La cattedra, letteralmente, è il seggio fisso del sommo pontefice e dei vescovi. E’ posta in permanenza nella chiesa madre della diocesi (di qui il suo nome di "cattedrale") ed è il simbolo dell'autorità del vescovo e del suo magistero ordinario nella Chiesa locale. La cattedra di S. Pietro indica quindi la sua posizione preminente nel collegio apostolico, dimostrata dalla esplicita volontà di Gesù, che gli assegna il compito di "pascere" il gregge, cioè di guidare il nuovo popolo di Dio, la Chiesa.

Questa investitura da parte di Cristo, ribadita dopo la risurrezione, viene rispettata. Vediamo infatti Pietro svolgere, dopo l'ascensione, il ruolo di guida. Presiede alla elezione di Mattia e parla a nome di tutti sia alla folla accorsa ad ascoltarlo davanti al cenacolo, nel giorno della Pentecoste, sia più tardi davanti al Sinedrio. Lo stesso Erode Agrippa sa di infliggere un colpo mortale alla Chiesa nascente con l'eliminazione del suo capo, S. Pietro. Mentre la presenza di Pietro ad Antiochia risulta in maniera incontestabile dagli scritti neotestamentari, la sua venuta a Roma nei primi anni dell'impero di Claudio non ha prove altrettanto evidenti.

Lo sviluppo del cristianesimo nella capitale dell'impero attestato dalla lettera paolina ai Romani (scritta verso il 57) non si spiega tuttavia senza la presenza di un missionario di primo piano. La venuta, qualunque sia la data in cui ciò accadde, e la morte di S. Pietro a Roma, sono suffragare da tradizioni antichissime, accolte ora universalmente da studiosi anche non cattolici. Lo attestano in maniera storicamente inoppugnabile anche gli scavi intrapresi nel 1939 per ordine di Pio XII nelle Grotte Vaticane, sotto la Basilica di S. Pietro, e i cui risultati sono accolti favorevolmente anche da studiosi non cattolici.

 

--

 

Ho deciso di incollare qui ciò che il sito sopra citato ha pubblicato sulla Cattedra di San Pietro, per farvi meglio comprendere il significato e l'importanza di questa commemorazione. Per oggi vi saluto, dandovi appuntamento alla prossima.

 

Mikhael

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28/02/10

 

Gesù Figlio di Dio

 

Innanzitutto cari lettori della Vigna, vorrei esprimere la mia vicinanza ai terremotati del Cile prima di riflettere insieme a voi sulla natura di Gesù. Preghiamo affinché queste anime possano giungere nella patria celeste e vedere il volto di Dio e preghiamo anche perché i danni siano limitati, così come il numero dei morti. Preghiamo anche perché la gente non si dimentichi di avere Dio affianco, nemmeno in questi tragici momenti, così che da ricorrere a Lui per chiedere aiuto o cercare conforto presso il Padre.

 

Dunque carissimi fratelli e sorelle, oggi mi è capitato di leggere il prologo di Giovanni in cui si parla di Gesù come Verbo o Parola di Dio. E’ molto bello il prologo di Giovanni, fa intendere meglio chi è Gesù e ve lo propongo qui di seguito:

 

PROLOGO DI GIOVANNI

 

In principio era il Verbo,

il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

Egli era in principio presso Dio:

tutto è stato fatto per mezzo di lui,

e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che

esiste.

In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

la luce splende nelle tenebre,

ma le tenebre non l'hanno accolta.

Venne un uomo mandato da Dio

e il suo nome era Giovanni.

Egli venne come testimone

per rendere testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

Egli non era la luce,

ma doveva render testimonianza alla luce.

Veniva nel mondo

la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

Egli era nel mondo,

e il mondo fu fatto per mezzo di lui,

eppure il mondo non lo riconobbe.

Venne fra la sua gente,

ma i suoi non l'hanno accolto.

A quanti però l'hanno accolto,

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

i quali non da sangue,

né da volere di carne,

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi vedemmo la sua gloria,

gloria come di unigenito dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

Giovanni gli rende testimonianza

e grida: «Ecco l'uomo di cui io dissi:

Colui che viene dopo di me

mi è passato avanti,

perché era prima di me».

Dalla sua pienezza

noi tutti abbiamo ricevuto

e grazia su grazia.

Perché la legge fu data per mezzo di Mosè,

la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

Dio nessuno l'ha mai visto:

proprio il Figlio unigenito,

che è nel seno del Padre,

lui lo ha rivelato.

 

Dalle parole del discepolo prediletto, comprendiamo che Gesù Cristo era già presente prima della creazione del mondo. Sempre nel Vangelo di Giovanni possiamo leggere la testimonianza di Giovanni Battista, da non confondere con l’evangelista di cui stiamo parlando. Giovanni Battista vedendo Gesù Cristo andare verso di lui disse:

 

«Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me».

 

Giovanni Battista dunque rivela che Gesù è il Cristo, il Redentore che toglie il peccato del mondo, ma oltre questa rivelazione, egli ci rivela anche che il Cristo era prima di lui, ovvero presente prima della sua nascita, prima della creazione del mondo. I due Giovanni, l’Evangelista e il Battista, entrambi condividono il nome, oltre il compito di rivelare chi è veramente la persona di Gesù: Il Verbo di Dio, presente prima della Creazione, per mezzo del quale tutto quello che esiste è stato creato. Possiamo dire che Gesù è il Creatore dell’universo. Gesù è il Logos: Parola, Saggezza e Intelligenza di Dio. Purtroppo a causa di una cattiva informazione, alcune persone ignorano questa realtà grande che Gesù è Dio vero da Dio vero. Gesù è Dio e lo capiamo anche dalla preghiera dell’Ave Maria: ...Santa Maria, Madre di Dio... Non a caso Gesù disse: “Io e il Padre siamo una cosa sola”. Dunque Gesù è Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero. Egli insieme al Padre e allo Spirito Santo è Dio. La distinzione fra Padre e Figlio è accennata da Gesù stesso, il quale dice, riferendosi alla fine del mondo: «Quanto a quel giorno e a quell'ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre». Dunque il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono tre identità distinte, ma Gesù è Dio come il Padre, essendo Egli generato, non creato, della stessa sostanza del Padre, vale a dire: Dio nato da Dio. Pensate che bello: Dio si è fatto uomo ed è venuto ad abitare in mezzo a noi, per confortarci, per redimerci e salvarci. Gesù è il glorioso Figlio di Dio. Se tutti gli uomini comprendessero questo, la finirebbero di insultarlo e calpestarlo continuamente, anzi si vergognerebbero di tutte le oscenità commesse. E’ importante che la gente si renda conto di questa grandissima realtà. Egli è salito al cielo e siede alla destra del Padre, ma ogni giorno viene nelle nostre chiese a farsi nutrimento per noi, perché Egli è il pane disceso dal cielo che dona la vita eterna. Concludo con un’ultima riflessione sulle parole di Davide, nel Salmo 110: Ha detto il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io non abbia posto i tuoi nemici sotto i tuoi piedi.

 

Pietro negli Atti degli Apostoli dice, riferendosi proprio alle parole di Davide:

 

«Questo Gesù Dio l'ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato pertanto alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che egli aveva promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire. Davide infatti non salì al cielo; tuttavia egli dice: Disse il Signore al mio Signore: siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici come sgabello ai tuoi piedi. Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso

 

Gesù è il Signore, insieme al Signore: Dio insieme a Dio. Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero.

 

Un caro e fraterno saluto a voi tutti.

 

Sia lodato Gesù Cristo.

 

Mikhael

 

 

 

 

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